martedì 3 marzo 2009

Buried Inside - "Spoils Of Failure" - Relapse Records 2009.

Davvero un discone questo dei canadesi Buried Inside, quintetto di Ottawa che ricalca le orme dei padri pellegrini del post metal e quelle dei più progressisti Mastodon, ma con una lancinante decadenza ed un sofferto incedere che ricorda da molto vicino quello i Cult Of Luna. Introspettivo, a tratti riflessivo, ma sfrontato e vitaminico, "Spoils Of Failure" è un continuo crescendo di emozioni lanciato in un tritacarne che mulina a bassa velocità. Un coacervo di ferite che si aprono e si chiudono ossessivamente lasciando filtrare nel sangue la sofferrenza e le paure di un'esistenza tormentata dall'assenza di diritti, da politici bastardi, dalla corsa al successo a scapito di poveri cristi finiti all'obitorio, dalla scienza che sforna mostri inutili al solo scopo di monetizzare i suoi esperimenti mentre noi poveri coglioni ci lasciamo imbonire senza colpo ferire. Otto brani senza titolo che oltre a strappare lacrime e rabbia sul piano strumentale, ti sbattono sul muso liriche di una complessità sociologica al limite della letteratura tecnica, ma allo stesso modo accessibili. Ciniche e spaventosamente veritiere. Tra le più interessanti da una vita a questa parte, frutto di un evidente studio profondo di tematiche delicate e controverse. Sono le spoglie del fallimento, quelle di un'umanità prossima all'autodistruzione che i Buried Inside tracciano con fenomenale intensità attraverso la voce trafiggente di Nick Shaw e le melodie armonizzate delle chitarre, vere spine nel fianco di una condizione umorale in costante discesa che si assesta sui livelli di un grigio assai carico, alle soglie del nero della stessa marcata tonalità delle aquile in copertina che volteggiano pazientemente in attesa della fine. Disperato, malato, caustico. Lo specchio di questo tempo marcio e confuso. Travolgente, malinconico, un disco di un bellezza avvolgente destinato a risvegliare eserciti di anime intorpiditi della piattezza emotiva contemporanea.